Principesse e calciatori: quanta crudeltà c’è negli stereotipi?
Il motivo per cui si è iniziato a parlare della Teoria Gender è che in alcuni Comuni e, quindi, in alcune scuole, si è dato inizio a progetti volti a sensibilizzare le famiglie sulla dannosità di alcuni stereotipi, tra cui i due casi più ricorrenti, quelli che vedono le bambine interpretare ruoli da principessa durante il gioco o quelli per cui ai bambini deve per forza piacere il calcio. Da questo progetto poi la cosa è stata del tutto travisata, come è già stato spiegato in altri post.
Ma come? Esistono dei ruoli nella società, ruoli che riguardano i maschi e ruoli che riguardano le femmine! Si è sempre fatto così…
Si è sempre fatto così, ed è chiaro che le bambine sono più orientate in un senso e i bambini in un altro, per natura; ma a volte i piccoli soffrono se si sentono schiacciati e imprigionati da questi ruoli imposti da altri…
Principesse e calciatori: quanta crudeltà c’è negli stereotipi?
Il problema riguarda soprattutto le bambine. Le piccole donne che in un certo qual modo specie durante il gioco sono in una posizione più di debolezza: principesse in pericolo che devono essere salvate da un coraggioso principe pronto a sfidare temibili pericoli e andare incontro a orribili malefici pur di dar prova del proprio coraggio. Condizione di debolezza che a volte si può ripercuotere per tutta la loro vita…
Belle (sempre belle, per carità… Quelle brutte non esistono) che trascorrono le loro giornate in frivole attività nell’attesa del principe azzurro, maschio che, invece, a differenza loro, è sempre impegnatissimo, in mille faccende affaccendato.
Tempo fa leggevo un articolo scritto da un’insegnante, la quale in una scuola superiore organizzava dei laboratori di informatica e matematica pomeridiani, invitando soprattutto le ragazze a partecipare. Le studentesse, inizialmente scettiche sulle proprie capacità scientifiche, dimostravano invece, durante il corso, di essere dotate di un grande talento. Sì perché questo concetto degli stereotipi è molto a largo spettro: c’è la convinzione che le donne non siano portate per le materie scientifiche ma più per quelle umanistiche, ad esempio. Perché? Perché tutto parte da lì: bambina principessa = non ha da fare niente tutto il giorno se non perdersi in attività poco concrete.
Certo è del tutto normale che alle bambine piaccia essere delle bellissime principesse e che siano attratte da certi giochi piuttosto che da altri, esattamente come i maschietti sono orientati verso altri tipi di giochi. Il discorso che sto facendo riguarda l’educazione, il progetto educativo che era iniziato con le scuole, ovvero educare i nostri figli al rispetto di sé e degli altri.
Senza questo tipo di educazione, ha inizio una catena di non rispetto, soprattutto nei confronti della donna che si può spezzare solo educando le bambine alla consapevolezza del proprio valore e della propria libertà. E, allo stesso tempo, educando i maschietti alla consapevolezza del valore e della libertà altrui, oltre che, ovviamente di sé.
Cosa vuol dire? Che i ruoli da principessa non vanno più bene? Certo che vanno bene purché non diventino stereotipi. La bambina interpreta la principessa perché le va, il giorno dopo potrebbe essere una guerriera coraggiosa o un cavaliere temerario…. Se si vuole educare i bambini al rispetto di sé e degli altri, non ci dovrebbero essere dei ruoli stereotipati. Chiaramente per natura è un po’ così, ma cerchiamo di non far degenerare la cosa nel vortice del non rispetto, soprattutto per la donna.
Quello degli stereotipi è un problema sopratutto femminile ma che non risparmia neanche i maschietti. Pensiamo a tutti quei bambini timidi e insicuri, in un mondo in cui un uomo dà prova del proprio valore a colpi di virilità…
Bambini timidi o bambine vivaci sono un “difetto di fabbrica” o sono solo prigionieri di stereotipi sbagliati? Puoi rispondere nei commenti. Il tuo pensiero è molto importante per me.
Beatrice
Fonte: Michela Marzano “Papà, mamma e Gender”, Utet ed. Novara 2015.
Sono d’accordo sul fatto che gli stereotipi siano sbagliato, in ogni caso. Io da piccola ho giocato tantissimo con le Barbie, ma non per questo mi sono sentita più debole dei maschi! E ho giocato tantissimo con i soldatini con mio fratello e i miei non si sono mai preoccupati! Io credo che le bambine abbiamo delle attitudini che i bambini non hanno e viceversa. Ed è anche vero che mio figlio maschio adora le macchinine e non le bambole, senza che io lo abbia obbligato a scegliere! Io credo che ci voglia il buon senso, quella cosa che gran parte della società sembra abbia perso. E non penso che le principesse siano stereotipi, perché ho guardato valanghe di cartoni con le principesse e letto valanghe di libri sdolcinati eppure non mi sento inferiore agli uomini! Credo che debbano essere i genitori a educare al rispetto di te e degli altri, e non certo i cartoni che guardi! Ma lasciamo che le nostre bambine sognino di essere principesse e i nostri bambini di essere super eroi!!!
Ciao Martina, che piacere risentirti!
Grazie per il tuo commento, con il quale riusciamo anche ad approfondire l’argomento.
Sono certa che non ti sia mai sentita inferiore a nessuno, ci mancherebbe… Io stessa ho fatto esattamente come te quando ero piccola.
Il discorso delle attitudini è giustissimo e lo condivido anch’io (infatti nel post parlo di bambine e bambini che PER NATURA sono portati più verso certi tipi di giochi e, aggiungerei, di interessi).
Il problema che mi sono posta è quello dell’educazione, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca veramente preoccupanti… Diciamo che mi sono messa in discussione io per prima, come mamma, chiedendomi se stessi sbagliando qualcosa. Ecco perché parlavo di educazione volta al rispetto degli altri ma anche di sé. Il discorso che fai riguardo al fatto che debbano essere i genitori e non i cartoni ad educare i figli è giustissimo. Anche perché è il genitore che può fare da “filtro” di fronte ad alcune scene non di suo gradimento (mi riferisco più che altro a cartoni troppo violenti).
Mi sono preoccupata solo di quei bambini più deboli. E mi sono preoccupata anche di ciò che i bambini possano pensare di alcuni atteggiamenti.
Secondo te, a livello di educazione che cosa possiamo fare?
Ti ringrazio ancora per la tua opinione.
Beatrice.