
Come aiuto mio figlio a costruire la sua intelligenza.
E’ possibile aiutare i bambini a costruirsi l’intelligenza? Certo che sì! Infatti, l’intelligenza non è solo opera di Madre Natura, ma anche opera nostra, di noi genitori, di noi mamme, di noi adulti che accudiamo, educhiamo e, soprattutto, amiamo i nostri bambini.
Come avrai letto nei miei precedenti articoli relativi all’argomento, l’intelligenza in gran parte si crea!
Come aiuto mio figlio a costruire la sua intelligenza.
Oggi vorrei parlarti della mia personalissima esperienza, cioè cosa faccio io per aiutare mio figlio a sviluppare la sua intelligenza.
Innanzi tutto, definiamo che cos’è l’intelligenza perché se ne possono dare molteplici significati. Garzanti ne ha dato la definizione che mi piace di più:
“la facoltà, propria della mente umana, di intendere, pensare, elaborare giudizi e soluzioni in base ai dati dell’esperienza anche solo intellettuale”.
A questa rispettabilissima definizione, ne aggiungerei un’altra: è la capacità di seguire il percorso verso la propria felicità, cui siamo destinati.
Qual è la cosa che preme di più a noi genitori? Vedere i figli felici.
E la felicità è strettamente legata al senso di soddisfazione, di appagamento della propria vita. Più ci sentiamo realizzati e più siamo felici. La felicità non è legata ai soldi o al potere oppure al successo. Semplicemente alla soddisfazione della propria vita. Può essere anche nel piccolo, ognuno di noi è appagato, si sente felice nell’arrivare a fare, anzi, a essere ciò cui è destinato. E noi genitori dobbiamo cercare di aiutare i bambini ad ottenere questa felicità. Come?
La primissima cosa è talmente scontata che non importerebbe dirla, comunque la dico perché è alla base di tutto: l’amore. Amando i nostri bambini gli offriamo subito la possibilità di sviluppare le primissime e importantissime connessioni sinaptiche. Amore non significa solo volergli bene, significa dedicarcisi, prestargli attenzione, ascoltarli con il cuore, non sottoporli a situazioni di stress ripetuto.
Inoltre, offrendo al piccolo tanti stimoli fin dalla nascita: musica, letture, storie, racconti, viaggi,… Ti ricordo che da 0 a 5 anni i bambini sviluppano e costruiscono 1 miliardo di miliardi di connessioni sinaptiche. Quindi, più stimoli positivi ricevono e meglio è. Ad esempio, quando mio figlio era appena nato, io ho iniziato subito a leggergli dei libri per bambini. Non solo, lui mi ha sempre vista con un libro in mano almeno una volta al giorno e questo ha fatto sì che per lui il gesto di tenere in mano un libro diventasse normale. Infatti l’ambiente gioca molto, il bambino percepisce l’atmosfera che si respira. Se la casa pullula di libri, per il piccolo diventerà normale esplorare quegli scaffali, sarà curioso di vedere cosa contengono, di sfogliare le pagine e inizierà piano piano a leggere. La lettura è una delle grandi passioni di mio figlio e già legge da sé i suoi librini. Ho fatto l’esempio della lettura ma gli stimoli da offrire ai bambini possono essere tanti.
La stessa cosa per quanto riguarda i viaggi: mio figlio ha messo piede su una nave da crociera diretta verso la Grecia a 6 mesi e 2 giorni, era la mascotte della nave, il più piccolino di tutti. E il primo volo è stato quello che lo ha portato a Londra a visitare le bellezze della città. I bambini dai viaggi ricevono infiniti stimoli perché gli permettono di toccare con mano quello che leggono, che studiano o semplicemente scoprono un altro mondo, altri modi di vivere, altri usi che prima non conoscevano.
Per quanto riguarda i viaggi vorrei aprire una piccola parentesi: visitare una città con i bambini non significa fare il viaggio per i genitori e dedicare una giornata al parco divertimenti. Va benissimo il parco divertimenti ma non come svago, bensì come parte del viaggio. Mi spiego meglio: ogni città, ogni posto del mondo può essere visto con gli occhi di un bambino (è una frase che trovi anche nel mio motto: “Guarda il mondo con gli occhi di un bambino”) allora cerchiamo di metterci dal loro punto di vista: mio figlio come guarderebbe questa città? Pensi che un museo sia noioso per un bambino? Un museo così ricco di storia e di scoperta del passato? Certo, se noi lo prendiamo per mano e lo trasciniamo lungo i corridoi senza spiegargli nulla, facendogli guardare la miriade di quadri appesi alle pareti, certo che si annoia! Ma se noi lo mettiamo di fronte a “I Girasoli” di Van Gogh, ci mettiamo dietro di lui con le mani sulle sue spalle e ci chiniamo a sussurrargli all’orecchio: “Questo è uno dei quadri più famosi di Van Gogh, guarda com’è colorato! Chissà se anche noi a casa abbiamo un giallo di questa tonalità tra i tuoi colori!”, avremo acceso due lampadine nel suo cervello: sorpresa e scoperta.
I miei viaggi, da quando c’è lui, sono a misura di bambino, lo avrai visto nei miei articoli dedicati ad Amsterdam, Parigi e Londra ma avrai potuto notare che non ci sono solo parchi divertimento ma anche musei e monumenti importanti.
Non sempre viaggiare è possibile però, me ne rendo conto. Una vacanza costa molto e, anche per chi ha disponibilità economiche maggiori, non è che può stare in vacanza tutto l’anno. Due anni fa, io e mio marito abbiamo preferito fare tanti week-end in Italia piuttosto che un mega-viaggio all’estero. Anche una gita fuoriporta può essere molto stimolante per un bambino o anche semplicemente una visita alla propria città, alla scoperta dei misteri che essa nasconde. Voglio dire, abitiamo nel Paese più bello del mondo, anche il più stupido dei paesini racchiude dei tesori nascosti. In questo articolo trovi un elenco di quelli che, secondo me, sono i musei per bambini più belli d’Italia.
Personalmente, ho trovato di grande aiuto la biblioteca della mia città. Portare i bambini in biblioteca li aiuta a prendere confidenza non solo con i libri ma anche con l’atmosfera intrisa di cultura. Per non parlare delle tante attività, letture e laboratori che la Biblioteca San Giorgio offre ai bambini… Oltre alla biblioteca, ho trovato molto interessanti anche i laboratori di musica e quelli organizzati dai vari musei e associazioni didattiche, come l’associazione Nonna Luisa, forse l’unica struttura a Pistoia che applica il metodo Montessori: attività relative all’utilizzo di materiale comune e quotidiano, spesso di riciclo, laboratori basati sulla creatività e lo sviluppo dell’autonomia, ambiente empatico e ricco di stimoli buoni, sani, naturali.
Una cosa importante: i bambini sono molto più attratti dalle attività vere. Cosa voglio dire? Che, ad esempio, preferirà stare in cucina e aiutarci nella preparazione di squisiti manicaretti piuttosto che giocare con una cucina finta con pentolini e piattini di plastica. Quindi, coinvolgiamoli nelle attività quotidiane. Io ho sempre coinvolto mio figlio soprattutto in cucina perché è la parte della casa dove mi ci ritrovo di più, ma non sono mancate le occasioni in cui mi ha aiutato a stendere i panni o a fare la lavatrice o, perché no? a spazzare. I bambini si divertono tantissimo in queste attività domestiche e nel frattempo sviluppano le oro competenze esecutive fondamentali.
Gli stimoli vanno benissimo e va benissimo continuare a offrirglieli sempre.Però è bene andare incontro anche ai suoi interessi perché il bambino inizia a creare le basi per il proprio futuro, cioè inizia a definire ciò per cui è naturalmente portato a fare. Non sottovalutiamo questo aspetto perché le attività che ci riescono bene fin da piccoli sono quelle che ci piacciono più di altre, sono quelle che ci rendono felici nel farle ed è quindi bene continuare a farle nel corso del tempo perché poi si potranno sviluppare, approfondire e diventare qualcosa di importante, qualcosa che crea davvero la nostra felicità.
Io cerco sempre di ascoltare mio figlio. Ascoltare non significa solo sentire con le orecchie, significa sentire con il cuore. Cerco di percepire i suoi interessi. E da qui cerco attività, laboratori, giochi, letture, ecc attinenti ai suoi interessi, senza tralasciare però anche le altre attività che magari gli piacciono meno o che magari ancora non conosce.. Quindi continuo con i nuovi stimoli ma approfondisco i suoi interessi.
Un’ultima parola la spendo sulla questione della primina: la primina, che tutti mi hanno criticato e continuano a criticarmi, è un’ottima occasione per offrire tantissimi stimoli al bambino, perché lo inserisce in una classe i cui compagni hanno un’età diversa da lui. Magari ci fossero più anticipatari nelle classi, sarebbe un’ottima occasione per tutti gli alunni per sviluppare sempre più le competenze esecutive fondamentali e, quindi l’intelligenza. Ma questo lo avevo già spiegato nel precedente articolo.
Insomma ti ho raccontato la mia esperienza, se vuoi puoi raccontarmi la tua, nei commenti!
E, se vuoi approfondire, leggi anche qui:
- Come aiutare i bambini a crescere felici
- Le leggi naturali del bambino
- Incontro con Céline Alvarez, l’autrice del libro
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