
Yo-yo: più che un giocattolo, un grande classico.
Ecco alcune curiosità su questo oggetto, tanto amato dai bambini di ogni epoca storica…
Yo-yo: la sua storia…
Resuscitò nel 1930, prendendo questo nome molto frivolo e sistemandosi tra i grandi classici dei giocattoli.
Ma ci avevano già giocato i bambini dell’antica Grecia mentre durante la Rivoluzione francese (sì, lo so che sarebbe meglio dire Rivoluzione in Francia, ma questo non è un blog di storia…) ci si erano divertiti anche gli adulti: allora si chiamava “émigrette”, quasi a voler evocare la nostalgia del sud stando a nord e viceversa. Il gioco di Coblenza o Coblenz o l’emigrante…
Come funziona?
Due dischi saldati al centro e divisi da una profonda scanalatura. Intorno al perno che li unisce si avvolge e si svolge un cordino. Arrivato alla fine della sua corsa, il disco torna indietro, risalendo lungo la corda, se accompagnato con il movimento giusto della mano…
Si dice che o si è bravi fin da subito a giocare con lo yo-yo o non lo si sarà mai… E’ un’alchimia tra la mano e il giocattolo, una dote di chi ci gioca. Io non sono proprio d’accordo con questo pensiero, secondo me è tutta questione di esercizio e applicazione, come in tutte le cose. Chiaramente, chi ha la dote è più portato, come succede in tutti i settori…
Quanto hai giocato durante la tua infanzia a questo gioco? Io abbastanza e non ero affatto brava…
Ringrazio Sandra Petrignani per il suo fantastico Catalogo dei giocattoli…
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