
#Aleppoday: il nostro messaggio di speranza per Aleppo.
Lavinia, del blog Amichemamme, oggi ci ha fatto un prezioso regalo. In occasione dell’ #Aleppoday, ecco il suo (e nostro) messaggio di speranza per tutte le persone vittime della guerra, in particolar modo per i bambini:
#Aleppoday: il nostro messaggio di speranza per Aleppo.
Care amiche, finalmente mancano veramente pochissimi giorni al Natale, e tutta l’attesa, la preparazione, la voglia di stare insieme, scambiarsi i regali, mangiare il torrone, il panettone guardando i visi felici dei nostri figli.
Però quest’anno, ancora più dell’anno scorso, non riesco ad essere serena. Perché quest’anno più che mai sento la pesantezza dei tempi in cui viviamo. So che a volte per non cercare di pensare, ci passiamo una mano sulla coscienza, diciamo “Non è qui” e ci sentiamo sollevate. Ma, non è così.
Purtroppo ogni giorno, e nelle ultime settimane, sembra essere tutto peggiorato, le immagini con le notizie che trovo ogni mattina su Facebook non lasciano speranza.
L’uomo è un essere cattivo. Sembra che non possa fare a meno della guerra. Scusatemi, ma la sfiducia nel genere umano ormai è arrivata a livelli molto alti. Ma non sono nessuno per esaminare il perché. Non sono esperta di politiche internazionali, non una storica né una esperta bellica. Sono una donna, una madre. E piango, piango spesso. Sono solo una madre che piange per tutti i figli morti, per i neonati che non riescono a sopravvivere, per le ragazzine e i ragazzini che non diventeranno mai adulti, e per gli adulti che non invecchieranno mai.
Notizie, foto, video, che ci arrivano da anni ormai ci fanno indignare ancora? Ma dobbiamo chiedere un intervento concreto. E molti sono gli appelli degli stessi civili che grazie ai Social danno le loro ultime notizie, mandano dei segnali forti, come se volessero dire “Heeeey! Sveglia! Qui stiamo morendo tutti, non interessa a nessuno?”. No… sembra di no. E io mi sento in colpa. Mi sento in colpa quando le donne guardano i loro figli superstiti e quegli occhi innocenti non riescono più a vederle, perché se riusciranno a sopravvivere, saranno uomini perduti, perché non avranno dei bei ricordi. Non avranno da mangiare, da bere, da vestire, non avranno giocattoli, non saranno mai bambini. E poi guardo i miei figli. E penso che al loro posto potremmo esserci noi, e mi sento strappare l’anima, perché l’uomo ha sempre rovinato ogni cosa. Se realmente volessimo, potremmo vivere nella PACE VERA, reale. La guerra in Siria ha devastato quella nazione per anni, e ora sta raggiungendo dei limiti impossibili, inspiegabili. Sono inspiegabili per me, sono incomprensibili per i più piccoli.
Ma si può spiegare la guerra a un figlio?
Questo 2016 è stato particolarmente pesante, sia personalmente, sia per l’umanità. Gli atti di terrorismo, le morti di persone innocenti vittime della follia, dell’odio, sono stati il via di una serie di “perché?” da parte di mio figlio grande. Anche adesso, mentre sto scrivendo, a Berlino c’è stato un altro attentato terroristico. Purtroppo noi mamme non vorremmo MAI far conoscere ai nostri figli la durezza del mondo, il male tangibile di alcuni accadimenti. Vorremmo solo mostrargli cieli sconfinati, azzurri, prati in fiore, arcobaleni e serenità.
E invece lui mi ha spiazzato, chiedendomi “Mamma, cosa sta succedendo?”.
“Amore mio, sta succedendo che in una nazione gli uomini si fanno la guerra; amore mio, sta succedendo che tutti noi non sappiamo cosa fare; amore mio, sta succedendo che vivi in un mondo… duro, che gira su un asse pieno di contraddizioni”.
Come si spiega la guerra ad un figlio? Basta forse tranquillizzarlo sulla sua distanza, dicendogli “No, ma non è qui da noi”? No. Basta non fargli vedere il telegiornale o sbirciare i nostri social? No. Quello che possiamo fare noi è spiegargli cosa è la violenza, insegnargli la libertà di essere se stessi e il rispetto per chi è diverso da noi. Forse spiegandogli che al di là delle differenze, evitando lo scontro e favorendo il dialogo, si possono superare quei piccoli conflitti.
“La guerra è una cosa orrenda, ma a volte non si riesce ad evitare. Dobbiamo solo sperare che passi presto e che le persone non soffrano molto”. Accarezzarlo è stata l’unica cosa che sono riuscita a fare, perché a sette anni, poco potrebbe comprendere. Ma una cosa l’ho fatta.
Gli ho fatto leggere la traduzione di “Happy Xmas” di John Lennon e Yoko Ono. L’abbiamo ascoltata insieme, e poi dopo un abbraccio e un sorriso ha ripreso a studiare.
E così è arrivato il Natale,
e tu cosa hai fatto?
Un altro anno se n’è andato
e uno nuovo è appena iniziato.
E così è Natale,
auguro a tutti di essere felici
alle persone vicine e a quelle care
ai vecchi ed ai giovani.
Buon Natale
e felice anno nuovo.
Speriamo sia un buon anno
senza timori né paure.
E così è Natale,
per i deboli ed i forti,
per i ricchi ed i poveri,
il mondo è così sbagliato.
E così è Natale,
per i neri ed i bianchi,
per i gialli ed i rossi,
smettiamola di combattere.
Buon Natale
e felice anno nuovo.
Speriamo sia un buon anno
senza timori né paure.
E così è Natale,
con tutto quello che è successo.
Un altro anno se n’è andato
e uno nuovo è appena iniziato.
E così è Natale,
auguro a tutti di essere felici
alle persone vicine e a quelle care
ai vecchi ed ai giovani.
Buon Natale
e felice anno nuovo.
Speriamo sia un buon anno
senza timori né paure.
La guerra è finita
Se tu lo vuoi
La guerra è finita
La guerra è finita, adesso.
Io non voglio fare numeri, non voglio elencare tutti i link ai video, alle foto, alle notizie ansa. Non è questo il mio intento.
Quello che voglio è che almeno oggi, ci fermiamo a pensare a tutti coloro che non sono al sicuro come noi, a chi fugge dalla guerra, a chi resiste sotto le bombe, a chi è vittima dell’odio e della violenza TUTTA.
Oggi, 22 dicembre, è l’Aleppo Day, istituito da Unicef Italia per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione dei bambini di Aleppo e della Siria vittime innocenti di una guerra non decisa da loro. Sul sito ci sono tutte le informazioni, come aiutare tutti quei bambini attraverso donazioni, e se volete, potete anche esprimere la vostra opinione, il vostro dissenso e la vostra solidarietà attraverso i social usando l’hashtag #AleppoDay .
So che a volte è difficile parlarne, vorremmo non dover affrontare mai queste cose. Ma è nostro dovere farlo, condividere le nostre esperienze e come noi affrontiamo certi argomenti. Anzi, se voi avete avuto la stessa mia esperienza, parliamone insieme e magari riusciremo noi mamme a costruire quel mondo migliore che sempre sogniamo per i nostri figli.
Vi auguro un Buon Natale e un felice anno nuovo.
Lavinia
Questo bellissimo post ci è stato regalato da Lavinia. Puoi lasciare il tuo messaggio di speranza, nei commenti. E non dimenticare di commentare anche su Facebook e Twitter, utilizzando l’hashtag #Aleppoday.
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