
Cellule staminali: cosa sono e a cosa servono?
Sono cellule con caratteristiche straordinarie, che possono dare origine a tessuti diversi (come quello del cuore o del sistema nervoso).
Dove si trovano le cellule staminali?
Si possono ricavare dal corpo umano o dal cordone ombelicale, ma le uniche che si possono differenziare in ogni tipo di organo sono quelle ricavate dalla blastocisti, cioè dall’embrione allo stadio di poche cellule.
Ohiohiohi…. Era tutto molto bello fino a che non si toccava questo argomento… Praticamente le uniche veramente in grado di salvare delle vite umane sono quelle che provocano la morte degli embrioni… Seppur embrioni abbandonati in laboratorio, sempre embrioni, quindi VITE!
Poi affronteremo, in altra sede, anche il problema degli embrioni abbandonati…
Delle cellule staminali se ne sente parlare da alcuni anni, ma non da moltissimi. Infatti, risale all’11 ottobre 2010 la prima sperimentazione clinica sull’uomo basata sull’utilizzo delle cellule staminali di origine embrionale, da parte della società americana Geron Corporation. Il protocollo prevedeva il trapianto di queste cellule, chiamate “progenitrici degli oligodendrociti” in pazienti con lesioni recentissime alla colonna vertebrale, con lo scopo di restituire il tessuto nervoso e recuperare la sensibilità e la funzione motoria degli arti inferiori.
Ma non tutto oro quel che luccica… A parte il problema etico, ad oggi non è stato possibile escludere che queste cellule, una volta entrate nell’organismo, possano dare origine a tumori.
Comunque sia, la ricerca sulle cellule staminali ha fatto passi da gigante, molto più del previsto. E questa rapidità ci obbliga a una riflessione, soprattutto in campo bioetico. Se da un lato si tratta di cellule embrionali (anche se la ricerca proseguirà anche sul campo delle cellule adulte) dall’altro lato si tratta di salvare delle vite umane, quindi anche quelle dei bambini! D’altra parte si tratta di embrioni abbandonati in laboratorio, sarebbe più etico lasciarli morire, come accadrebbe in via naturale?
E’ evidente che una ricerca in questo senso non è priva di fondamento, tutt’altro!
Tu cosa ne pensi? Scrivilo nei commenti, mi piacerebbe conoscere il tuo pensiero!
Fonte: Carlo Maria Martini e Ignazio Marino, “Credere e conoscere”, Einaudi ed, Torino 2012.
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