
Come aiutare i bambini a crescere felici.
Come ti avevo preannunciato in questo articolo, oggi affronteremo la seconda parte del libro di Céline Alzarez “Le leggi naturali del bambino”, Mondadori, Milano 2017, cioè il ruolo di noi adulti nello sviluppo intellettivo dei bambini: cosa possiamo fare noi grandi per farli crescere felici, ovvero amati e aiutati nel loro naturale percorso (quindi, per arrivare e essere quello per cui sono naturalmente destinati a diventare).
Seguiamo i consigli di Céline su come aiutare i bambini a crescere felici:
Come aiutare i bambini a crescere felici.
L’ATTEGGIAMENTO DELL’ADULTO
L’adulto predispone e seleziona le attività che gli sembrano più pertinenti e nutritive per il bambino. Si assicura che l’ambiente circostante sia sempre ordinato. Offre un supporto individuale tale da mettere il bambino di fronte a un giusto livello di difficoltà: abbastanza stimolante ma in troppo demoralizzante. Ovviamente, come dicevo nell’altro articolo, l’ambiente deve essere ricco di amore, il bambino deve sentirsi sostenuto, amato, incoraggiato.
Il bambino, sentendosi sostenuto e amato, acquista fiducia in se stesso e autostima. Ha sempre più voglia di fare da solo, di essere autonomo. E si dirige verso l’autonomia in maniera naturale: prima con l’aiuto dell’adulto poi sempre più da solo. L’adulto, quindi, deve guidare il bambino lungo questo percorso.
Una cosa importante, quando il bambino è intento in un’attività, è completamente assorto e sembra non rispondere al richiamo esterno (se lo si chiama, non risponde ad esempio) sta costruendo delle connessioni sinaptiche e l’adulto deve stare attento a non interrompere questo processo. Lo dico perché verrebbe naturale distogliere il piccolo dalla sua attività perché c’è da fare altro. Invece, in quel momento il bimbo sta sviluppando la sua intelligenza, si stanno creando dei “ponti” tra le varie cellule neurali.
Come aiutare i bambini in questo percorso verso l’autonomia? Facendo veder loro come si fa. Occorre dedicare molto tempo a questi piccoli gesti, ripetendoli tutte le volte che è necessario, con tranquillità e pazienza. In questo modo si consolidano nel bambino le connessioni neurali. L’importante è che siano dimostrazioni di breve durata e piacevoli.
UNO SPAZIO ORDINATO
Lo spazio deve essere ordinato e organizzato con chiarezza e secondo una logica. Ad esempio, suddividendo lo spazio per categorie / materie, ponendo materiali su ripiani facilmente accessibili dai bambini e graduati a seconda del livello di difficoltà. L’ordine è fondamentale per lo sviluppo del pensiero logico, della memoria, della pianificazione e della flessibilità cognitiva. Per quanto riguarda gli insegnanti, possono utilizzare del materiale didattico sensoriale che cattura l’attenzione dei bambini e li tiene impegnati in attività costruttive. Sono tante le attività che si possono svolgere e ognuno si senta libero di scegliere quelle che suscitano l’interesse del bambino. Comunque sia, il materiale didattico deve essere utilizzato come faceva Maria Montessori: non come finalità ma come punto di partenza da adattare al bambino che abbiamo di fronte. Il materiale è solo un mezzo. L’importante è introdurre una sola variabile alla volta perché il cervello non può trattare due informazioni contemporaneamente.
A tal proposito, si possono seguire due metodi per sviluppare meglio le capacità percettive:
- Realizzando gradazioni (ad es. aste rosse) di dimensioni, di colori, ecc..
- Realizzando appaiamenti: riunendo a due a due elementi con la stessa qualità.
Il tutto secondo i tre tempi di Edouard Séguin:
- NOMINARE (ad es. il colore) e farlo ripetere al bambino
- MOSTRARE: chiedere al bambino (ad es. di mostrare il colore giallo)
- RICONOSCERE: chiedere al bambino, indicando il colore, di dire che colore è.
Ovviamente nel libro vengono descritti nel dettaglio tutte le tipologie di materiale sensoriale, che qui non riporterò per non appesantire troppo l’articolo. Spiego solo un attimo il motivo dell’importanza del materiale sensoriale: i sensi sono il nostro tramite con il mondo esterno; affinandoli, affiniamo anche l’intelligenza e la comprensione del mondo.
I PERIODI SENSITIVI
Iniziano gradualmente e nel giro di qualche mese raggiungono un picco di plasticità in cui le connessioni di una regione cerebrale sono molto numerose. In seguito, il numero di connessioni neurali diminuisce progressivamente e il periodo sensitivo si allontana. Allora l’apprendimento risulterà più lento e difficoltoso. I periodi sensitivi rappresentano delle opportunità irrinunciabili che non devono andare perdute. Perché sono le fondamenta per lo sviluppo intellettivo futuro. Ecco perché gli interventi dell’ambiente hanno effetti diversi sull’organismo a seconda del momento in cui avvengono.
Quindi, occorre stare attenti a offrire al bambino gli elementi che il suo sviluppo intellettivo esige NEL MOMENTO IN CUI LI ESIGE. Né prima né dopo, ma durante.
Come riconoscere questi periodi intellettivi?
- Il bimbo è fortemente interessato a un determinato oggetto/attività e impara rapidamente e facilmente.
- Quando c’è connubio tra bisogni interni e risposte esterne allora il bimbo manifesta soddisfazione ed entusiasmo.
LE COMPETENZE ESECUTIVE
Sono quelle che permettono all’Uomo di essere autonomo e di raggiungere i suoi obiettivi. Si sviluppano dal 1° anno di vita con una crescita impressionante dai 3 ai 5. E’ il periodo in cui i bambini vogliono fare da sé: “FACCIO DA SOLO”. Dai 3 ai 5 anni si ha una finestra di opportunità importante in cui le competenze esecutive si sviluppano molto rapidamente. Sono essenziali perché sono le competenze cognitive che ci permettono di funzionare, ovvero di agire in modo organizzato per raggiungere i nostri obiettivi.
Sono 3 principali:
- LA MEMORIA DI LAVORO = Capacità di conservare un’informazione nella memoria a breve termine;
- IL CONTROLLO INIBITORIO = Capacità di controllarsi e inibire le distrazioni
- LA FLESSIBILITÀ COGNITIVA = Capacità di trovare errori, correggerli e mostrarsi creativi.
Per fare qualsiasi cosa, svolgere qualunque azione, abbiamo bisogno di queste 3 competenze.
Le tre competenze sono considerate dagli esperti le FONDAMENTA BIOLOGICHE DELL’APPRENDIMENTO.
Quel che dobbiamo fare è aiutare i bambini a essere attenti e memorizzare e imparare a controllarsi. E come possiamo farlo? Sostenendo l’attività spontanea del bambino e non ostacolandola. Se il bambino si sente pronto a fare da solo, dobbiamo aiutarlo e incoraggiarlo.
N.B.: Una volta acquisite le tre competenze esecutive fondamentali, siamo anche in grado di migliorare l’aspetto sociale: relazioni sociali. Lo sviluppo delle capacità sociali è una conseguenza del buon sviluppo delle competenze esecutive.
Una volta che queste competenze si sviluppano completamente, il bambino vorrà fare TUTTO DA SOLO. Permettendo ai bambini di svolgere attività quotidiane (aiutandoci in casa, a vestirsi, a lavarsi, ecc…) diamo loro una maggiore opportunità di diventare adulti autonomi e sviluppati. Perciò facciamoli partecipare ai lavori domestici: oltre a divertirsi, svilupperanno le competenze esecutive fondamentali per la loro intelligenza.
Opporsi a questo fenomeno naturale di autonomia significa scontrarsi con l’intelligenza in pieno sviluppo. Può capitare, infatti, che il bimbo faccia i capricci e pianga se non gli permettiamo di sviluppare la sua autonomia perché è una difesa della sua intelligenza. Quindi non proibire ma anzi favorire l’attività spontanea creativa e formatrice cui lui è naturalmente spinto. Lasciarlo fare senza essere troppo invasivi. Noi adulti non possiamo costruire la sua intelligenza, possiamo solo aiutarlo a fare da solo quello che può fare da solo, accompagnandolo, incoraggiandolo e ritraendoci progressivamente.
Far vedere i gesti in modo chiaro, lento e preciso in modo che il bimbo possa acquisirli al meglio. Farli in silenzio perché parlare lo confonde. Meglio separare i due compiti: o si parla o si fa. E’ importante che il bimbo aspetti la fine della dimostrazione: “prima ti faccio vedere io, poi fai tu”. In questo modo allena sia il suo controllo inibitorio che la sua memoria di lavoro.
Non intervenire mai se non quando ce lo chiedono loro o quando sono sul punto di scoraggiarsi perché tutto il tempo che impiegano è tempo dedicato allo sviluppo delle loro competenze esecutive. Questa attività richiederà uno sforzo esecutivo importante da parte del bambino. Questo sforzo è necessario affinché il bimbo non faccia sempre cose che sa già fare e che, quindi, non si annoi.
L’istinto di noi adulti è quello di fermare il bambino che sta svolgendo una determinata cosa perché vogliamo aiutarli a “farla bene”. Ma così facendo blocchiamo la loro attività creatrice. Bisogna dare un aiuto che orienti ma che non ostacoli. Più il bambino sarà aiutato a essere autonomo in tutto ciò che fa, più potrà sviluppare pienamente le funzioni cognitive essenziali della sua intelligenza.
Perché i bimbi sono attratti da oggetti di uso quotidiano? Perché vogliono sviluppare le loro competenze esecutive. Vogliono nutrirsi, vogliono capire come funziona il loro ambiente. Il bimbo è programmato per esplorare il mondo. E’ un impulso naturale universale e quando ha la possibilità di esplorare il mondo, lui è felice.
Per sviluppare appieno le competenze esecutive, il bambino ha bisogno di essere lasciato libero di esplorare. Noi adulti ci dobbiamo limitare a mostrare i gesti e i concetti chiave. Con l’esplorazione e le attività libere, il bambino stimola appieno le funzioni essenziali della sua intelligenza. Quindi, l’insegnamento deve essere una guida cui il bambino si possa appoggiare per esplorare. Il nostro compito e la nostra difficoltà maggiore sta nel riconoscere la sua attività creativa e nel non interferire.
AMBIENTE RICCO DI AMORE
L’amore è un bisogno vitale fin dalla nascita. L’attitudine calorosa ed empatica dell’insegnante favorisce l’entusiasmo dei bambini e aumenta le loro competenze.
L’empatia nel bambino è innata: l’essere umano nasce già così. L’empatia può essere distrutta però attraverso atteggiamenti violenti o umilianti che lasciano delle cicatrici indelebili nel bambino.
Per sviluppare la predisposizione sociale del bambino occorre:
- essere consapevoli del fatto che i bambini sono dotati di un’empatia innata;
- avere comportamenti affettuosi, amorevoli ed empatici;
- offrirgli l’occasione di essere altruista verso gli altri
Il ruolo di noi adulti consiste nel conoscere le leggi naturali del bambino e nel non contrastarle.
Se vuoi scrivere la tua opinione su come aiutare i bambini a crescere felici, lo puoi fare, nei commenti. Spero di non averti annoiato troppo, ho cercato di sintetizzare il più possibile ma, data l’importanza dell’argomento, non è facile…
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