
Come essere donne felici
Ho letto un libro davvero molto carino, scritto da una blogger, Barbara Damiano, che ci propone alcuni semplici passaggi su come essere donne felici, nella vita di tutti i giorni. Sono azioni davvero molto pratiche e immediate, che possono essere utili per chiunque.
Come essere donne felici
Il libro in questione si intitola “Il manuale pratico della felicità. Per essere donne e mamme felici” che io qui riproporrò in chiave personale, invitandoti a fare lo stesso anche tu. Perché poi ognuno trova il proprio modo personale per fare le cose e, quindi, anche per essere felice. Questa vuole essere solo una guida, un manuale appunto, da modificare e modellare su misura, in modo che stia addosso perfettamente esattamente come un vestito fatto dal sarto.
Partiamo da un presupposto: per essere felici bisogna anche esercitarsi. Non si può aspettare che la felicità arrivi. Perché a volte arriva, per carità, ma altre volte, molto più spesso, la felicità va trovata, va cercata, va suscitata dentro di noi. Perché basta veramente poco per essere felici.
Partiamo anche da un altro presupposto: il sentimento contrario alla felicità, ovvero la tristezza, non è solo negativo. La tristezza, in alcuni casi, è puramente fisiologica. Se muore una persona cara, sarò profondamente triste, è normale, è fisiologico piangere, esattamente come è fisiologico mangiare o bere (per non parlare di altre cose). La tristezza, a volte, è una funzione dell’individuo, che vuole portarlo a realizzare se stesso. Se io faccio un lavoro che non mi piace, che detesto, e devo farlo tutti i giorni, sarò triste. La tristezza vuole portarmi a cambiare lavoro per realizzare me stessa, la mia essenza, la mia natura. La tristezza può emergere proprio nei casi in cui andiamo contro alla nostra natura, ci imponiamo di essere diverse da come siamo. A volte la tristezza può diventare cronica. E questa non va bene. Su questo tipo di tristezza dobbiamo agire perché non si può essere tristi e infelici per tutta la vita.
Partiamo da un ultimo presupposto: la vita è una. E’ una nel senso latino del termine: una e unica! Ovvero una sola.
1.Felicità chiama felicità: molti pensano che la felicità arrivi solo dopo un periodo difficile. A volte può essere vero: il giorno della laurea ero felice, ma quanti esami avevo dato prima di quel giorno, con sofferenza e sacrificio? Te lo dico io: circa 40. Questa è una visione un po’ leopardiana della felicità. E sappiamo che Giacomo Leopardi non è esattamente il poeta della felicità. Un bambino che vive una situazione familiare e ambientale tranquilla e serena, felice, avrà più possibilità di essere felice da adulto rispetto a un bambino che vive in una situazione opposta. Più una persona è felice e più continua a esserlo. Più è triste e più è difficile uscire dal loop della tristezza. Quindi, bisogna sempre mettersi in posizione positiva. Hai mai praticato pilates? Io sì, tutte le mattine. Nel pilates la posizione base è eretta, tonica, addominali sempre tesi e pavimento pelvico sempre tenuto. Inizia anche tu, ti farà bene in vecchiaia per contrastare le perdite urinarie! Così per la felicità: la posizione base dell’umore è positiva, accogliente, il bicchiere è sempre mezzo pieno, le difficoltà vedremo come affrontarle. Se penso positivo, è perché son vivo, giusto Jova?
2.Impigrisciti!: un altro luogo comune è che l’ozio genera vizio. A volte è vero, anche qui. Succede soprattutto negli anziani, che passano troppo tempo davanti alla televisione, sulla poltrona, causando poi seri problemi alla propria salute. Per noi mamme però è un po’ diverso. Siamo sempre a corsa, sempre dedite a pensare agli altri e mai a noi stesse. Impigrisciti qui vuol dire prenditi del tempo per te stessa, per staccare la spina. Pensa a cosa ti piace fare e fallo! Non pensare ai panni da stirare, alla casa da pulire, ai bambini da sistemare. E’ ora che inizino a cavarsela un po’ da soli e, se sono troppo piccoli, è ora che tuo marito dia il suo contributo. La pigrizia non è la rinuncia a fare ma la rinuncia a strafare, ad andare verso l’esaurimento. Io, ad esempio adoro giocare. Non al gioco d’azzardo, ovviamente, non saprei neanche da che parte rifarmi. Adoro giocare nel quotidiano: leggo un libro, allora voglio mettere in pratica i suoi consigli, come in questo caso. Vedo un outfit che mi piace, allora lo seguo e lo riadatto sulla mia persona. Mi piace giocare in maniera creativa, in cucina ma anche sul blog oppure con la nail art. Per me la pigrizia è creatività, è gioco.
3.Poniti degli obiettivi raggiungibili: porsi degli obiettivi troppo alti è scoraggiante. Perché non li otterrai, almeno non subito. Parti piano, a piccoli passi. Fai un piccolo progetto di ciò che vuoi realizzare, cerca di capire se è fattibile, altrimenti riadattalo. A me ad esempio piacerebbe creare un’app del blog, ma come si fa? Mi partirebbero 300mila euro… Non è fattibile. Intanto curo il blog, piano piano, nel migliore dei modi e sono veramente molto soddisfatta del mio lavoro. Poi in futuro chissà! Potrei vincere al Superenalotto, se mai ci puntassi mezzo euro una volta nella vita.
4.Impara a gratificarti e a fare strappi alla regola: personalmente questo punto si ricollega un po’ al secondo perché per me la pigrizia è creatività, non è stare sul divano a guardare la TV. Per te, invece, può essere diverso. Quindi, questo punto va meglio chiarito. Abbiamo bisogno di gratificazioni per essere felici. Partiamo da quelle più materiali: un nuovo taglio di capelli, un paio di jeans di una taglia in meno in cui sei riuscita a entrare, un cioccolatino, un mazzo di fiori, una serata con le amiche,… Potrei continuare all’infinito.
5.Inizia dalle cose pratiche: Individua ciò che ti gratifica, TUTTI I GIORNI! Questo è il vero punto essenziale della felicità, il più importante di tutti. Ogni mattina, prima di alzarti dal letto, individua un qualcosa che nella giornata può renderti felice e conservalo per tutto il giorno. “Che bello, oggi c’è il sole, posso mettermi le scarpe aperte”, “Che bello, oggi è la vigilia della festa, esco prima dal lavoro”, “Che bello, oggi è sabato”, “Che bello, oggi vado a prendere il cappuccino al bar con la Romina!” (Ehm, la Romina è una mia amica, avevo detto che avrei dato un’interpretazione un po’ personale a questo manuale. Per te può essere la Francesca, la Giulia, la Gusmana, l’Osvalda).
6.Chiedi aiuto quando sei triste: ci sono momenti in cui non ce la puoi proprio fare da sola. Non avere paura a chiedere aiuto. E, guarda, che parlo proprio io, che sono la paladina del “ce la faccio da sola!”. Comunque, penso sia prerogativa di tutte le donne, dell’essere votate al martirio. Iniziamo a chiedere aiuto, a sgravarci di tante cose e vivremo più serenamente.
7.Circondati solo di persone positive e felici: lo so, è un po’ discriminatorio, però ne vale della propria salute. Le persone negative vanno evitate come la peste. Se pensi di aiutarle, ne uscirai a pezzi. Poi considera che c’è un sentimento che vaga nel mondo, e che distrugge tutto ciò che incontra: è l’invidia. A te sembrerà di non avere nulla per cui essere invidiata, invece non è così. Basta veramente poco per suscitare invidia. Basta avere una cagata che l’altro non ha ed eccola là: l’invidia… Feroce come una tigre, viscida come un serpente. Un po’ di invidia c’è in ognuno di noi. ammettiamolo. Ci sono persone però che sono impastate con l’invidia, che emanano invidia da tutti i pori. queste persone sono assolutamente negative e da evitare per la propria salute e, quindi, per la propria felicità.
8.Non aver paura di conoscere persone nuove: su questo punto devo dire che io mi difendo abbastanza bene. Cerco di fare amicizia con nuove persone anche se c’è gente molto più brava di me. La mamma che al parco mi sorride e attacca bottone l’ammiro molto perché io invece mi vergogno. Però, ecco, una volta rotto il ghiaccio, non sono quella che rifiuta un invito perché non mi fido di quella persona. Capirai… Ti ha invitato a prendere un gelato con i bambini… Sei hai sfiducia verso il prossimo perché in passato sei stata ferita, sappi che al mondo ci sono molte più buone persone che persone cattive quindi perché devi rovinarti la vita per quei 2 o 3 deficienti che si sono comportati male con te?
9.Rifiutati di sentirti sempre sotto esame: l’ansia… la vera nemica di noi mamme. Ci sono persone che hanno proprio la necessità di esprimere giudizi non richiesti, generando nell’altro ansia o, comunque, un sentimento spiacevole di sentirsi criticati. Guarda bene che grossomodo sono gli stessi dell’invidia. Ti criticano perché sono invidiosi, di solito. Perché una critica costruttiva non genera del risentimento, viene detta in maniera dolce, non con cattiveria. Impara a non sentirti sempre sotto esame, a essere libera dai giudizi degli altri. Io su questo punto devo ancora lavorare molto, mi faccio troppo condizionare dai giudizi degli altri.
10.Fa’ una lista delle cose importanti: non tutte le cose hanno la stessa importanza. Arrabbiarsi per nulla logora solo il fegato e rende infelici. Di fronte a un problema, prendi tempo. Il tempo porta saggezza. L’istinto fa solo casino. Se prendi tempo ti possono venire in mente mille soluzioni per risolvere quel problema o anche per affrontare colui che ti sta creando problemi, nella dovuta maniera. Io, personalmente, sono molto irascibile ma sto imparando a tenere a freno la mia rabbia istintiva perché ho scoperto che se mi prendo del tempo trovo sempre una soluzione migliore.
11.Fattene una ragione: non possiamo piacere a tutti. Inoltre, ci sono tante persone che godono a sapere che le cose ci vanno male. Lasciali perdere… Non voglio sgolarmi più di tanto a parlare dell’invidia. Semplicemente, fattene una ragione. Fregatene! A questa gente farai molta più rabbia a mostrare indifferenza che disapprovazione. E il tutto anche a beneficio del tuo stomaco e del tuo fegato, insomma, di tutto il tuo apparato digerente. Io provo molta soddisfazione quando la gente si angustia del fatto che ciò che dice non me ne frega una mazza..
12.Passa il favore: se stai bene, cerca di far star bene anche gli altri, perché come abbiamo detto all’inizio, la felicità chiama la felicità. Basta non farsi ingoiare dal vortice. Ci sono persone che non puoi salvare, che hanno bisogno di professionisti per i loro problemi. Però se vedo una persona giù di morale, posso sempre chiederle con un sorriso se ha voglia di venire con me e la Romina a prendere il cappuccino al bar. O con la Gusmana, o con l’Osvalda…
13.Farla facile: semplificati la vita. So cosa stai pensando, leggendo questo manuale: “La fai facile tu!” Sapessi i miei problemi quali sono…!”. Innanzi tutto, tesoro, tu non sai quali sono i miei di problemi e ti posso assicurare che sono tanti. E poi sì, inizia a semplificarti la vita a farla più facile. Pensi di essere più felice a complicartela? Inizia anche a sminuire i problemi. Molti problemi si risolvono da soli, senza bisogno di arrovellarsi l fegato.
14.Ridimensionare gli eventi: ciò che ci crea maggiore ansia sono proprio gli eventi che accadono, su cui spesso ricamiamo sopra. L’amica con cui faccio sempre due chiacchiere la mattina, stamani mi ha guardato male e se ne andata salutandomi a malapena. Questo è un esempio banale. Però a me crea ansia, inizio a pensare che possa avercela con me, chissà che le ho fatto, inizio a pensare a cosa può essere successo nei giorni scorsi e magari mi preparo anche un discorso, scusandomi su qualcosa che penso possa averla fatta rimanere male. All’amica giravano semplicemente le palle perché stamattina le si è rotta la lavastoviglie e deve scappare dal lavoro alle 13.30 senza neanche pranzare perché arriva il tecnico a casa. Prendi gli eventi esattamente per come si presentano, senza ricamarci sopra. Io, sì, lo ammetto, sono una maestra delle pippe mentali…
15.Ok, alla fine cosa può succedere?: un evento, una situazione, un qualcosa ti creano particolare ansia? Ok, pensa alla peggiore delle ipotesi. Il disastro totale e comincia, in tutta serenità a far emergere tutte le possibili soluzioni. Una volta che sei pronta a tutto, cosa potrà mai succedere? Almeno che non si parli di morte o di malattie gravi, non sarà questa catastrofe che ti sei immaginata. Al massimo cosa può succedere? Che si cambia vita e che si va verso la nostra vera natura, ecco cosa può succedere.
16.Sii educata e gentile: se sei educata e gentile attirerai più gentilezza nei tuoi confronti e ciò ti renderà più felice. Quando le persone mi dicono: “Grazie, lei è molto gentile”, mi fanno veramente piacere, mi fanno sentire importante e, quindi, nel piccolo, mi procurano felicità.
17.Non rompere le palle agli altri: ooooh ecco, va detto! Come tu non vuoi che qualcuno ti rompa le palle, non le rompere agli altri! Se rompi le palle, prima o poi incontrerai qualcuno che te le rompe a sua volta, e con gli interessi. E ti sta bene!! Perché io sono buona e cara ma se mi cerchi, mi trovi!!
18.Fa’ una lista delle cose da fare: sì, lo so, punto molto sull’ansia perché è una delle cose che rende maggiormente infelici. Una lista che si rispetti deve essere breve, ragionevole e deve lasciar spazio alle TUE esigenze. Nell’arco della giornata non puoi pensare solo al dovere, ma anche al piacere. Impara anche a delegare, come detto prima. Il mondo va avanti anche senza di te… E inizia anche a responsabilizzare i bambini.. e il marito.
19.Basta con i sensi di colpa: un’altra cosa a cui noi donne e, soprattutto, noi madri siamo votate è il senso di colpa. Ci sentiamo in colpa per qualsiasi cosa. Per non aver allattato al seno, per dover rientrare al lavoro dopo il periodo di maternità, per dover lasciare i bambini all’asilo o coi nonni, perché ho portato il bambino al parco e si è ammalato… E poi ci sono persone che sanno bene come farci sentire in colpa, sono coloro che sanno fare tutto meglio di noi. Basta! Commettiamo tutti degli errori, nessuno è perfetto. E sicuramente tu, meglio di chiunque altro, sai cosa è meglio per il tuo bambino. Io, quando mi criticano su qualcosa, faccio rilevare che anche colui che mi critica ha commesso questo, questo e quest’altro errore, citandoli uno per uno. Funziona, fidati!
20.Impara a ridere (e a piangere): cioè lasciati andare alle emozioni. Loro sanno come condurti alla felicità.
21.Sii indulgente verso gli altri (e verso te stessa): impara a perdonare. Il perdono fa bene al fegato e ti permette di vivere più serenamente e, quindi ,più felicemente. Considera che tutti commettiamo degli errori. Tu non hai mai sbagliato? Perdona gli altri e perdona anche te stessa. Chiaramente perdonare non significa che tutto debba tornare come prima. I rapporti possono cambiare. Ti sto solo invitando a non logorarti il fegato a rimuginare e a escogitare vendetta. Considera che la maggior parte delle cose a cui puoi pensare sono illegali e che ci rimetteresti tu in prima persona.
22.Non urlare: sto parlando di urlare con i bambini perché urlare contro qualcuno che ti ha scassato le palle è giusto! Se lo merita! Ma un bambino, no, per quanto vivace sia. Serve solo da sfogo al genitore. Anzi, più urli, più il bambino capisce che per ottenere qualcosa bisogna urlare. Dire le cose in maniera decisa sì, quando serve, ma non urlare. Io sono stata molto fortunata con mio figlio, sono rare le volte in cui mi ha fatto perdere la pazienza e poi mi sono molto pentita, gli ho chiesto scusa. Se ti comporti male con tuo figlio, scusati. Perché non dovresti? Perché è piccolo? Quindi gli vuoi insegnare a non avere l’umiltà di chiedere scusa. Rilassa i nervi, tesoro! Se sei nervosa, sfogati in altro modo.
23.Non picchiare: non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo, ma a volte purtroppo le vedo le scene degli sculaccioni o degli schiaffi. Cara mia, non venirmi a dire che tu qualche schiaffo te lo sei preso e che non sei morta… Sei sicura che quello schiaffo non abbia avuto conseguenze? Il fatto che a volte picchi i tuoi figli è di per sé una conseguenza dell’educazione che hai ricevuto. Uno schiaffo su una donna è reato, è violenza. Perché non dovrebbe esserlo su un bambino? Perché è piccolo?
24: Fa’ qualche pazzia: io non le sopporto quelle serie, perfettine, che non sbagliano un colpo. Sempre cucite dentro i gangheri, marciano come soldatini. Ma andate a fare in culo!! Sì, io faccio spesso qualche sana pazzia e la faccio fare anche a mio figlio che, mi risulta, è molto più felice dei vostri!
25.Trova una valvola di sfogo: se non hai la tua valvola di sfogo, esplodi, bella! Io ti ho detto qual è la mia: giocare, creare, curare il blog. Qual è la tua? Non ti viene in mente niente? Male, molto male.. Comunque, prova a pensare a cosa ti piaceva fare quando eri bambina e ricomincia da lì.
26.Prenditi cura di te: La Garnier ha lanciato questo slogan non a caso, perché sa quanto sia importante, per una donna prendersi cura di sé, che va ben oltre lo shampino o la crema per le rughe. Lo slogan di Garnier è chiaro: “Sei donna, sei un essere bellissimo, pieno di meraviglie, di doti, di creatività. Coltivale! Noi crediamo in te, nell’essere stupendo che sei. Quindi, prenditi cura di te, delle tue doti, dei tuoi interessi, delle tue passioni.. E sì, fatti anche lo shampino perché con i capelli sudici fai un po’ cacare”.
27.Impara a dire di no: metti i paletti! Crea il tuo spazio, la tua oasi felice. Impara a dire di no, se non hai voglia di fare qualcosa o contro l’invadenza altrui. Io su questo ci sto lavorando molto, ottenendo discreti risultati. E ti posso dire che non succede il finimondo a dire di no, anzi…
28.Il gran finale: Ti cambierebbe sapere che…?: Barbara, nel suo libro parla di un passato drammatico, fatto di anoressia, bulimia e abusi. La bozza di questo articolo era molto diversa da quella che leggi, avrei voluto parlare d tante cose del mio passato, ma non ho trovato il coraggio. Sono fatti troppo dolorosi, che ho vissuto e subito. Solo una cosa posso citare, la morte della mia migliore amica. Aveva solo 27 anni e morì a causa di un cancro al cervello, lasciando un profondo vuoto nel mio cuore. Da allora non ho più avuto un’amica del cuore. Sono stata tanto male nel corso della vita, spesso a causa degli altri, persone che avrebbero dovuto volermi bene e invece mi hanno fatto del male, tantissimo. Che cosa mi ha portato tutto questo? Depressione, ansia, insicurezza (tanta) insoddisfazione per la mia vita (tantissima). Cambierebbe la tua opinione su di me, sapendo tutte queste cose? Forse sì… Fino a ora hai pensato che fossi la solita radical chic che parla bene perché il suo mondo è tutto dorato. Il mio mondo non è dorato, come pensa tanta gente tra quella che mi conosce, ho i miei demoni che mi perseguitano, ma ho anche tante cose belle e su questo cerco di concentrarmi. Sulla praticità della bellezza della vita, sul presente, sull’essenza della felicità, che è qui, adesso!
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Bea
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