
Gioco dell’oca: un grande classico rivisitato grazie a Pinocchio.
Durante la nostra visita al Parco di Pinocchio, tra le varie attrazioni, ci ha colpito molto il Gioco dell’Oca in stile Pinocchio.
Si tratta di un percorso, realizzato con mattonelle raffiguranti numeri ed alcune scene del celebre racconto, con tanto di indicazioni del tipo “avanti di due caselle” oppure “indietro di 3” e così via. Ma la cosa più carina è la ruota in stile antico con i numeri da 1 a 12 e le caselle “torna al via” e “stai fermo un giro” e che sostituisce i dadi.
Ci è piaciuto molto questo gioco tanto che, al negozio del museo, ho acquistato il “Gioco del Grillo”.
Come si gioca al gioco dell’oca?
Credo che sia scontato, ma in questa sede è giusto rammentarlo…
Innanzi tutto perché si chiama gioco dell’oca? Sono state date tantissime spiegazioni al riguardo, ma quella che credo sia più convincente sta nel simbolo di questo animale, sacro fin dai tempi antichi, anche alla dea Giunone. Tanto è vero che via delle Oche a Firenze si chiama così perché nell’antichità vi sorgeva un tempio dedicato alla Dea con annesso recinto di oche, animali sacri alla divinità.
E nel gioco si fa riferimento all’aspetto sacro di questo animale, che è la guida dell’intero percorso; percorso, peraltro, a spirale e in senso sinistrorso, quasi a voler essere una risalita verso l’origine.
Non starò qui a spiegare l’intero significato del gioco, per cui, ripeto, sono state date innumerevoli spiegazioni ma che credo sia interessantissima la versione data da Labirinto Ermetico.
E’ costituito da 63 caselle (numero importante nel percorso della vita di cui parlavo prima): i giocatori devono seguire il percorso, avanzando di un numero di caselle pari a quello indicato dai dadi. Il percorso può essere più o meno difficile a seconda della casella in cui si capita.
Non so se hai mai letto “Il testamento di uno stravagante” di Jules Verne, io in parte, devo ancora finire di leggerlo. Parla del testamento di un facoltoso personaggio di Chicago, William J. Hypperbone, facente parte di un ricco circolo della città, il circolo di Mohawk Street di cui facevano parte anche altri importanti personaggi. Nel suo testamento, Hypperbone aveva espresso la volontà di lasciare la sua intera eredità a chi dei membri avesse partecipato e vinto al suo gioco preferito, il gioco dell’Oca, appunto, da lui stesso definito “nobile”.
Non si trattava del classico gioco dell’Oca cui siamo abituati noi… Non sarebbe stato stravagante il nostro Hypperborne… Il tabellone del nobile gioco era rappresentato dagli Stati Uniti d’America… Sì, hai capito bene, i giocatori si sarebbero dovuti spostare da uno Stato all’altro, in base al numero segnalato dai dadi: ogni casella, infatti, era rappresentata da uno Stato o una parte di esso. Siamo nel 1897, capisci bene che spostarsi da uno Stato all’altro dell’America, per quel tempo, era una difficoltà non da poco…
Sono tante le versioni, le spiegazioni e i riferimenti che si sono dati nel corso della storia su questo gioco, tanto amato anche dai Greci. Tu e il tuo bambino ci avete mai giocato? Scrivilo nei commenti!
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