
Insegnanti: loro sì che rivestono un ruolo fondamentale nella crescita del bambino.
Un bravo insegnante non è solo colui o colei che insegna una materia ma è quello che insegna a vivere e ad amare la vita e le sue forme più belle. Come la cultura, lo studio, l’arte, la creatività, …
Un insegnante che abbia trasmesso questi valori ai propri alunni, che li abbia avvicinati all’amore per lo studio e li abbia insegnato a vivere non come bruti ma per seguir virtute e canoscenza (come voleva il buon vecchio Dante) è un insegnante che ha veramente vinto. E non ha vinto nessuna coppa, ha vinto qualcosa di molto più prezioso: la felicità dei suoi ragazzi.
E non vale solo per gli insegnanti dei licei ma anche per quelli della scuola dell’infanzia o degli asili nido. Sono loro che creano le basi, le fondamenta per lo sviluppo intellettivo futuro dei bambini. E tutti sappiamo che se le fondamenta non reggono, crolla tutto l’edificio…
Il lavoro degli insegnanti più che un lavoro è una vera e propria missione…
Una materia può essere interessante o noiosa per un ragazzo a seconda di chi la insegna.
Quindi, l’insegnamento passa attraverso una relazione personale.
Ma come ho già detto in un altro articolo, loro, gli insegnati, non sono gli unici protagonisti in questa vicenda. Gli altri attori siamo noi, i genitori, che dobbiamo instaurare un rapporto di fiducia e collaborazione con loro, basato su un dialogo frequente, per impostare un progetto pedagogico capace di aiutarlo nella crescita.
Cosa dobbiamo fare noi genitori? Si tratta non solo di instaurare un buon rapporto con gli insegnanti, ma proprio di sceglierli e, quindi, scegliere anche la scuola!
Nella scelta della scuola, la domanda giusta da porsi è questa:
“Qual è l’idea pedagogica, l’immagine del bambino in divenire che questa scuola ha?”
Non è una domanda banale: ci sono scuole che privilegiano lo sviluppo delle facoltà intellettive, altre che seguono percorsi confessionali (cioè basati sulla visione dell’uomo ispirata a qualche religione) le scuole montessoriane, quelle steineriane, ecc..
E l’altra domanda, quindi, è questa:
“come credo che mio figlio sarà un uomo felice in futuro? Quali sono le basi perché lo diventi?”
Incrociando le due risposte si ottiene la soluzione che crediamo sia la più giusta.
Qual è stata la tua scelta? Scrivilo nei commenti!
Fonte: Nadia Damilano Bo e Paola Menzolini, “E’ l’ora dei compiti!”, URRA ed., 2011.
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