
Studio ed esercizio: adesso che il ragazzo è cresciuto, aumentano anche gli impegni, soprattutto quelli scolastici.
Cosa dobbiamo fare noi genitori per aiutarlo e fargli vivere la scuola con amore e senza stress? Missione difficile, ma non impossibile!
Studio ed esercizio aumentano con la crescita.
Con lo sviluppo, nel ragazzo comincia a maturare, in modo più deciso, la sua capacità di pensiero e di giudizio.
In questa fase cambia la relazione con la scuola: pur rimanendo importanti il lavoro in classe e le spiegazioni degli insegnanti, questi non sono sufficienti: occorre esercizio per acquisire nuovi automatismi e studio per memorizzare nuovi concetti.
La mole di lavoro da svolgere a casa aumenta enormemente e il ragazzo deve essere più efficiente e organizzato. Il compito a casa ha lo scopo di creare abitudine al lavoro. Il problema è che è difficile farglielo capire al ragazzo, che, in questa fase, vuole imporre la propria volontà, opponendosi a ciò che gli viene richiesto.
Affrontare la crisi del ragazzo per lo studio…
Non è facile confrontarsi con i ragazzi di questa età.
In alcuni casi, quelli più docili, è sufficiente qualche parola di sostegno e maturazione per spingerli a spiccare il volo. In altri casi, le cose si fanno difficili. In certi casi, è necessario che i ragazzi sperimentino sulla propria pelle le conseguenze delle proprie azioni.
Come si devono comportare i genitori?
Veniamo al dunque…
Anche se i genitori lamentano spesso una sensazione di impotenza, il loro ruolo è fondamentale per il superamento della crisi del ragazzo.
Per prima cosa, occorre comprendere con grande apertura e pazienza ciò che il ragazzo sta vivendo. Quindi, sforzarsi di non giudicare.
Fondamentale è il dialogo: i ragazzi devono avere la possibilità di esprimersi e confrontarsi, perché capiscano il motivo per cui si chiede loro un certo impegno. In questo caso, genitori e insegnanti possono portare l’esempio di grandi personaggi che, con la loro tenacia, sono riusciti a raggiungere il successo, nonostante le difficoltà. Un esempio classico è quello di Einstein, che bocciò all’esame di matematica (anche se alcune fonti dicono che non è vero). Oppure la Montessori che fu la prima donna a laurearsi in medicina in Italia.
Stessa cosa dobbiamo fare noi genitori: non ci dobbiamo tirare indietro di fronte alle sfide, dobbiamo dare il buon esempio ed essere coerenti! Infatti, la qualità dell’adulto che ha più influenza sul ragazzo è la COERENZA…
Non importa fare chissà cosa, è sufficiente lottare ogni giorno per qualcosa che ci sta a cuore e sforzarsi ogni giorno di essere migliori. Di questo ha bisogno il ragazzo: essere ispirato da un adulto che aspira a qualcosa e che gli faccia capire che vale la pena impegnarsi.
E’ importante che il ragazzo riceva il messaggio che “senza fatica e senza sforzo non si ottiene nulla!”. Non c’è possibilità di crescita senza passare dalla difficoltà e dalla crisi.
La crisi è l’apice della difficoltà e dà la sensazione che sia impossibile andare avanti.
Però, per superare una crisi, bisogna passarci attraverso, soffrirne e alla fine uscirne avendola superata.
Mentre aggirarla o ignorarla non fa altro che mantenere la situazione così com’è.
Continuare e persistere è la soluzione!
Molto spesso, proprio la decisione di andare avanti e rinnovare l’impegno e l’entusiasmo è quello che serve per uscire dal tunnel e ritrovare serenità e fiducia.
Un ragazzo in crisi ha estremo bisogno di avere un genitore a fianco perché ciò significa dedicargli tempo, aprirsi al dialogo e dimostrargli fiducia.
Occorre avere pazienza e far capire al ragazzo che lo vogliamo comprendere perché gli vogliamo bene. E occorre accontentarsi: non si può pretendere tutto subito, ma andare a piccoli passi.
Quindi, tutto inizia con lo stare vicino al ragazzo. Se lui si sente compreso, accettato e amato, è in grado di ricostruire il rapporto con il genitore. Una volta avviato il processo, occorrerà tanta buona volontà, sincerità, umiltà e capacità di perdono.
Se il genitore riesce a non cadere lui stesso nella crisi, lasciandosi prendere dallo sconforto, ma cercando di trovare soluzioni efficaci, la svolta arriverà presto nonché un rafforzamento del rapporto con il ragazzo.
E così si impara che a fermarci, nella vita, sono le paure, le debolezze e le idee sbagliate che abbiamo di noi, più che gli ostacoli e i problemi reali. Si impara che il cervello mente e si impara a non credergli!
Ed è così che i ragazzi matureranno…
Tu cosa ne pensi? Scrivilo nei commenti!
Fonte: Nadia Damilano Bo e Paola Menzolini, “E’ l’ora dei compiti!”, URRA ed., 2011.
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